L’estate appena trascorsa ci ha portato molte novità dal Perù. Per iniziare una bella notizia dataci da Suor Alicia: è stato ordinato sacerdote uno dei seminaristi di Huaraz, sostenuto tramite l’associazione. E’ per noi una grande soddisfazione.

Inoltre abbiamo avuto la gioia di avere tra noi Suor Dora Chavez, che porta avanti i progetti della nostra cara, compianta suor Edi. Suor Dora è giunta in Europa dalle Ande della Cordillera Blanca per cure mediche; ne abbiamo approfittato per farle conoscere la terra di Suor Edi e di Pane Condiviso.

Nei pochi giorni che ha trascorso in Friuli abbiamo imparato a conoscerla e ad amarla come una persona speciale che ha saputo affiatarsi nel nostro gruppo, cogliere al volo le situazioni, fare con grande disponibilità nuove esperienze sempre con acutezza ed allegria. Dopo pochi giorni iniziava a comprendere qualche parola di friulano e ora scrive “mandi” in fondo alle e-mail!

All’arrivo, ricettiva come una spugna, voleva vedere, conoscere tutto dell’associazione, incontrare gli sponsor, affrontare problemi irrisolti, chiarire situazione: ripeteva che desiderava sistemare più cose possibile, perché pensava di non poter più tornare in Italia (gli enormi costi del viaggio! I bambini affidati a due giovani consorelle). Le ripetevamo “allora sbrighiamoci, perché devi diventare rapidamente una missionaria friulana per dare continuità all’opera di Suor Edi. Così, in fretta in fretta, si sono fatti tutti i percorsi delle missionarie che tornano in Friuli: la Basilica delle Grazie a Udine, santuario di Castelmonte, la visita al Centro missionario, ma poi anche i contatti con sponsor, La Bottega del mondo, la giornata a Rive d’Arcano, il paese di Suor Edi, alla Polse di Cougnes , in Carnia e nel Tarvisiano, a Gradisca d’Isonzo, alla Basilica di Aquileia. E a sera: carte, telefonate, discussioni a non finire. Suor Dora si è fermata una settimana e non ha potuto dormire che poche ore per notte. Alla fine ci ha confidato di aver visto quanto è importante il contatto diretto e ora spera di poter tornare tra noi anche se le difficoltà sono tante. Sogna di tornare nuovamente tra quattro anni, per il venticinquesimo della sua professione.

La sua presenza è stata preziosa per capire meglio la situazione a Chiquian e Huaraz, i problemi che incontra quotidianamente, le possibili soluzioni, le necessità più urgenti.
Suor Dora è piena di inventiva e affronta con decisione le emergenze di ogni tipo. Per migliorare il vitto della sua casa famiglia e fornire le necessarie proteine sta allevando un maiale, galline, porcellini d’India (che in Perù vengono preferiti ai conigli). I soldi sono sempre pochi e lei coltiva patate, aiutata dalle bambine dell’Hogar, si alza prima dell’alba per andare in città a Huaraz, a tre ore di strada, e giungere per prima ai mercati generali a scegliere la verdura e la frutta migliori “sempre banane, l’unica frutta che riesco a dare ai bambini, perché è la meno cara” ci racconta. Fa da mamma, da psicologa , da imprenditrice, da falegname: costruisce mobili in laminato coloratissimi e all’ultima moda copiando il catalogo IKEA. E quando è notte e tutta la casa dorme, lei lavora al computer, tiene i contatti, spedisce fotografie, scarica film per bambini adatti alle sue ragazzine. Ha un sicuro istinto educativo oltre che una grande professionalità (laurea in scienze dell’educazione e diploma di infermiera presso l’ospedale di Novara, lunga esperienza di educatrice nella casa famiglia di
Trecate di Novara).

Sempre in azione, pensa continuamente a come cavarsela con i suoi 15 bambini. Le scorse vacanze scolastiche è riuscita a trovare per tutti un passaggio fino a Cimbote, sua città natale, sull’oceano. Lì c’è la sua famiglia e pure una casa dell’Ordine. Così si è inventata le vacanze al mare ed ha insegnato a tutti a nuotare e ora questi bimbi di sperdute località andine sono forse gli unici ad avere visto il mare tra i compagni di classe.

Suor Dora ha un grande cuore, quando va in città per acquisti o per accompagnare una bimba dal medico, passa sempre all’orfanotrofio statale e vede cosa può fare per i più sfortunati tra quei piccoli. Alcuni non hanno nessuna possibilità di venire adottati e Dora non li lascia intristire lì: così sono giunte all’Hogar le ultime tre sorelline … e la famiglia aumenta.

Ora è rientrata in Perù, ma il legame che ci unisce non si allenta, siamo più che mai in contatto e siamo felici che l’opera di Suor Edi continui e cresca nelle sue mani.