Siamo partiti da Venezia alle 11 con il massimo del peso…anzi di più! “Questo cartone lo dovete lasciare, superate il peso!” ci dice la signorina, avevamo un cartone di magliette per le bambine di Suor Anna!! Non potevamo rinunciare; lo apriamo e infiliamo magliette in ogni angolo, borsetta, zainetto, biuti, tasca, ogni posticino possibile ! E’ tanto che desideriamo fare questo viaggio con i nostri ragazzi, che del loro paese Haiti, non hanno ricordi, chi perché era troppo piccolo e chi perché ha cercato di dimenticare! “Pane Condiviso “ compie 20 anni, una bella ricorrenza per fare questo viaggio con i nostri ragazzi che invece di anni ne hanno 11, 14, 15 ! L’età difficile, dove si va alla ricerca di valori e cose in cui credere, pensiamo che questo viaggio faccia del bene a tutti! Non nascondiamo ai ragazzi tutti i nostri timori nell’affrontare questo viaggio, e siamo preparati a ciò che la troveremo; molto caldo, zanzare, senza corrente, poca acqua, tutti i pericoli e disagi che può avere un Paese tanto povero, …ma troveremo Suor Anna, sarà il nostro Angelo, vogliamo che ci porti li’, dove sono nati, cresciuti, curati, in attesa di essere fra le nostre braccia! Così, dopo 2 ore di ritardo finalmente si parte, con non solo le valige colme, di cose che vogliamo portare a Suor Anna e i Bambini, ma sono colmi anche i nostri cuori, di emozioni e il desiderio di ritornare tutti insieme, finalmente si avvera! A Parigi ci troviamo con Don Gino, Indiah e Bidrece, faremo il viaggio insieme, per loro è già la seconda volta che ritornano a casa! … In aereo i ragazzi si siedono vicini e fanno amicizia, ci portano pranzo, cena …e non so cos’altro, poiché abbiamo perso il senso del tempo. Arriviamo a S. Domingo, dove degli amici italiani, ci verranno a prendere è sempre il 13 luglio, ore 19,00 locali, con il fuso orario per noi sarebbe l’una di notte! Tutto si aspetta, chi arriva a S. Domingo, ma non di trovare la pioggia! Una pioggia molto attesa qui, che dovrebbe portare un po’ di refrigerio, ci dicono. A noi intanto manca una valigia, speriamo che arrivi, poiché dentro erano tante cose e pacchetti per Suor Anna. E’ bello arrivare in un paese straniero e trovare qualcuno ad attenderti! Non è bello invece quello che ci dicono! : “Veramente volete andare ad Haiti ? Fossi in voi non andrei! Lì la vita vale meno di 100 lire !” “ In questi giorni ci saranno scioperi per via della situazione politica, e qui sciopero vuol dire stai in casa, non uscire, sciopero vuol dire bruciare, dare fuoco ad auto, gomme, lanciare pietre.”. “ Hanno lanciato un appello anche a S. Domingo di non girare per le strade!” “ Non solo la polizia gira armata!” Durante il tragitto che ci separa dall’Hotel dove passeremo la notte, non fanno che metterci in guardia sui pericoli che troveremo…i nostri ragazzi sono già preoccupati! L’Hotel era a 5 stelle…. delle loro! I nostri ragazzi che erano critici e non si facevano scappare nulla, dicono che qui le stelle le regalano! “Qui c’è puzza di chiuso!”, ” a noi manca un letto”, “mancano gli asciugamani “, e “la camera non è proprio pulita! “ Non importa, dormiamoci sopra! Qualcuno protesta che ha fame, e allora tutti a cena, ….anche se abbiamo molto sonno e il cibo ci sembra un po’ strano! Durante la cena, abbondante, i nostri amici Lorenzo e Antonio, ci raccomandano di non bere l’acqua e nemmeno lavarsi i denti con l’acqua dei rubinetti, meglio comprare una bottiglia che li’ all’Hotel non hanno! Laura dichiara che lei non vuole morire, che non farà la doccia e non laverà i denti! Andiamo tutti a letto con tanta stanchezza e tanti pensieri, poiché ci dicono che la corriera che dovremo prendere al mattino dopo, in sei ore ci porta ad Haiti, ma non è tanto sicura! Troppa strada, e troppi pericoli in un momento così brutto! (mi chiedo quando mai è stato bello?) I nostri ragazzi promettono di lavarsi domani…magnana, qui è tipico rispondere così! Sante ed io, invece ci godiamo una bella doccia, sperando di dormire fino al mattino, ma alle 4 siamo già svegli! Alle 7 si sveglia Laura e dichiara che si farà la doccia dopo Federico e prima di

Massimiliano…insomma si laverà per seconda in poche parole, e alle 8 siamo tutti a fare colazione! Abbiamo sempre fame, e penso ad Haiti, che sono in pochi a fare un pasto al giorno, e provo un’angoscia tremenda! Cerchiamo di parlare con Suor Anna, ma senza successo, decidiamo di non prendere la corriera così poco sicura e di prendere un piccolo aereo di linea che in un’ora e mezza ci porta ad Haiti! Quando vediamo il piccolo aereo, ci chiediamo se questo sarà sicuro!? Laura dice: ”Non vedo l’ora di tornare a casa!“ “Ragazzi scusate se rido, ma non siamo nemmeno arrivati ! -“ dico io. Finalmente riusciamo a metterci in contatto con Suor Anna e informarla del cambiamento di programma. C’è un’ora di differenza fra S. Domingo e Haiti, sono le 13,30 quando arriviamo! L’angoscia che provo, quando si comincia a scendere e dall’alto si vede un ammasso di casupole, di lamiera, di paglia e fango, il dolore che provo, è lo stesso, e la scena è la stessa di 7 anni fa e di 13 anni fa ….non è cambiato niente! Guardiamo i nostri ragazzi. Sante ed io ci stringiamo la mano, e un nodo ci chiude la gola! Siamo a terra….Scendiamo da questo piccolo aereo, ho grossi brividi, di paura e per il paesaggio sconvolgente! C’è un vento caldo che ci assale, sembra un föhn acceso contro il viso! Mentre percorriamo i pochi metri sulla pista, sono certa che Suor Anna è di là della vetrata e già ci vede ! ….e provo una gioia immensa! Ancora carte da compilare e poi finalmente si apre la porta… ecco Suor Anna sempre uguale! Sorridente e felice ci chiama tutti per nome e ci abbraccia! I nostri ragazzi sono cresciuti parecchio dall’ultima volta !…Siamo tutti commossi e cerco di cogliere i sentimenti che provano i miei ragazzi e le emozioni nei loro sguardi ! Dobbiamo passare i controlli, e già ci chiedono di aprire le valige…. Suor Anna dice sorridendo che questi ragazzi Haitiani sono calciatori che diventeranno famosi e sono ritornati nella loro terra per un saluto!! Ci fanno passare contenti senza controllo. Siamo al centro d’attenzione di un mucchio di gente…riusciamo ad arrivare al furgoncino, un dieci posti che ci aspetta, tutti si fanno vicini per prenderci le valige, stiamo tutti attenti, poiché può sparire qualche cosa, qui di turisti non ce n’è, e siamo guardati con curiosità …e forse anche invidia. Suor Anna riesce a mettere un po’ di ordine…decide chi deve dare una mano e chi deve andare via, lasciarci passare, per queste persone era un’occasione per avere un soldo ma per 8 o 10 valige non serve un esercito. Una volta caricato tutto i ragazzi hanno il compito di sorvegliare le valige sul tetto, poiché può succedere che qualcuno salga e faccia scivolare giù i bagagli! Ci guardiamo ancora e ci abbracciamo, quante cose avremo da dirci e quante non riusciremo!! Il tempo non ci basterà. Pochi chilometri ci dividono dalla casa di Don Bosco, ma è sufficiente per farci rabbrividire, qui la miseria è visibile e palpabile ad ogni passo, e sento il mio cuore chiuso come in una morsa! Nei volti delle persone leggi fame e disperazione! …. Con molta tristezza Suor Anna ci racconta che poche ore fa un Missionario anziano che ha dato la vita per i più poveri di Haiti, ha subito un attentato; hanno gettato sulla sua auto un molotov, mandandola a fuoco, il Missionario ha preso solo tanta paura, l’autista, una frattura …e per tutti tanta rabbia per questa impotenza davanti a queste cose che qui colpiscono ogni giorno! Comincia così la nostra permanenza ad Haiti di ben due settimane Ecco s’intravede il grande cancello, e Suor Anna ci dice “Benvenuti a casa”, e qui sembra un’isola felice! A casa! Le Suore ci accolgono con calore, le stanze che hanno preparato per noi sono semplici e accoglienti, e dei doni di benvenuto ci attendono! Anche noi abbiamo dei pacchetti, per i bambini e bambine che

sono aiutate a distanza dai loro padrini, abbiamo caramelle, vestiti, medicine, colori, palloncini, spaghetti, …e tanta posta!! Ci manca una valigia ma la terremo controllata che arrivi qua, da Suor Anna! Abbiamo il pomeriggio per riposare e chiacchierare, e per domani Suor Anna ha già organizzato la giornata. Quando sono le ore 19,00 è già buio e si va tutti a cena, le Suore sono meravigliose nel preparare, e Olivnì la “cuciniera “ (dice Suor Anna) è molto brava. Non c’è corrente….quasi mai! Le Suore hanno dei generatori, che danno un po’ di luce, usata con molta parsimonia solo per ora di cena! Diciamo la preghiera, sempre un grazie a Dio che qui oggi si mangia! Abbiamo mangiato piatti tipici Haitiani, riso con fagioli, banane lesse e fritte, della carne molto buona cucinata in modo particolare, della frutta meravigliosa; ananas e mango, la papaia invece la servivano con l’insalata, la sera, delle minestrine di verdura molto delicate, a pranzo anche … spaghetti … cucinati all’italiana, ma serviti all’haitiana, con dei sughetti deliziosi! Da subito volevamo fare un programma, una scaletta… ma i giorni sono passati e non ci siamo riusciti, si viveva alla giornata, o al massimo si programmava per il giorno dopo, si fatica ad Haiti a seguire un programma e degli orari …è così ….tutto ha un altro ritmo, altri tempi … e troppe cose volevamo fare! La notte, come tutte le notti, è passata; il grande caldo che soffocava, una musica che fino a tardi ci teneva compagnia, cani che abbaiavano, tamburi che suonavano, zanzare, galli che cantavano e ancora caldo…! Verso le tre o le cinque del mattino danno un paio d’ore di elettricità. Nella nostra camera c’è un meraviglioso ventilatore e in quelle ore ci godiamo un po’ di fresco, oltre al rumore forte di un generatore! E’ il 15 luglio il primo giorno ad Haiti, ma è anche il mio compleanno, e quando alle 7,30 siamo a fare colazione trovo un piccolo rametto di buganvillee, un rosario, una piccola Madonna e un biglietto…. Suor Anna è speciale! Sono commossa. La tavolata è bella e grande, Suor Bernardett, Suor Filomena, Suor Bernardett Joseflin, e Suor Enedine ci terranno compagnia per qualche giorno, poi andranno agli esercizi spirituali. Siamo stati invitati per cena alla Casa Provinciale, ma siccome muoversi la sera non è prudente, facciamo per pranzo. Pochi chilometri dividono Citè Militaire dalla Casa Provinciale, ma il paesaggio non cambia! Piccoli banchetti improvvisati, donne indaffarate a vendere o cucinare qualcosa, donne cariche di cesti, c’è chi vende contenitori colorati, chi vende buste d’acqua, chi la frutta, ci sono uomini che spingono carretti carichi di sacchi…chissà cosa contengono? Tutti si danno un gran da fare, attenti ai nostri volti, cercano di capire cosa ci può interessare, e devo dire che ci azzeccano! Rispetto a sette anni fa, vediamo le strade più pulite, e la strada principale anche ben asfaltata. Vediamo più motorini, più automobili, un parco nuovo con alcune panchine! Suor Anna sorride, dice che c’è più gente ma anche più miseria, e che il parco è frequentato solo da drogati! Tolta ogni illusione di miglioramento! Le Suore anche qui ci fanno una bella accoglienza, ringraziano “Pane Condiviso” per tutto l’aiuto e il lavoro che fa per Haiti! Tutte le Suore hanno per noi belle parole e sono riconoscenti per ciò che la nostra piccola associazione fa, per accogliere ogni appello di aiuto e per portare a termine tanti progetti. Dopo un buon pranzo, c’è anche la sorpresa di una bella torta per il mio compleanno! Di nuovo tutti a casa, poiché per le ore 15,00 arrivano tutte le bambine che Suor Anna è riuscita a far arrivare, le bambine che Suor Anna ha tolto dalla strada e per loro è cambiata la vita! Ora c’è la scuola, cibo, vestito, un letto per chi non ce l’ha, e per tutte il calore e l’amore di una famiglia che le Suore qui sanno dare! Arrivano nei loro abiti più belli, con i fiocchi nei capelli, felici e sorridenti sono circa 70, e hanno preparato per noi balli e canti, ci dicono GRAZIE. GRAZIE a Pane Condiviso e alla Corsa per Haiti, che permette a tutte loro un futuro migliore! Hanno per noi dei doni: tre ceste colme di frutta!! Come sono belle nei loro abiti di pizzo, come sono graziose con le treccine e le varie pettinature! Non posso fare a meno di pensare da dove

vengono tutte queste bambine, posso immaginare dove vivono e come vivono, ….e sono commossa! Ora si mettono tutte in fila indiana, e per loro c’è una bella maglietta, (alcune di quelle infilate nelle tasche e negli zainetti poiché superavamo il peso delle valige!) con il nome o il marchio delle ditte e aziende, che hanno sponsorizzato la “11° Corsa per Haiti”, poi ognuna di loro riceverà una sostanziosa merenda, una bibita, e un pacchetto per l’igiene personale. Sono tutte felici. Facciamo un sacco di foto e con tanta tenerezza le salutiamo!! Nel nostro programma c’è anche una visita a Suor Bertilla a Cap-Haitien dove sono nati Massimiliano e Laura, e dove nel 1990 era Suor Anna e, Sante ed io siamo andati a prendere i nostri piccoli ! Prendiamo un piccolo aereo che in un’ora ci porterà al Cap. Nel 1990 Sante ed io con Suor Anna abbiamo fatto sei ore di gip! Anche se i piccoli aerei mettono un po’ d’ansia, è preferibile a tante ore d’auto in queste strade dissestate e con la paura di venire fermati! Che emozione rivedere quella casa! Il grande cortile dove ci attendevano, il corridoio dove correvano, e la stanzetta dove dormivamo. Con il pensiero vado ad allora quando c’erano biberon e pannolini, a riempire le nostre giornate !…e tanto tanto amore per crescerli . Ora vogliamo ritornare all’ospedale, rivedere le persone che si sono occupate di loro: Dottore, infermiera, altre emozioni! Entriamo! Un Dottore corre incontro a Suor Anna pregandola di prendere questa bambina che da due mesi è lì in ospedale senza nessuno, non è malata, è solo affetta da un forte strabismo…e non ha nessuno che si occupa di lei!! Suor Anna ha già parecchie adozioni in corso, che la terranno impegnata parecchio tempo per i vari documenti….difficile dire di no ! …..vedremo!! Incredibile un’infermiera si ricorda di Massimiliano! Facciamo delle foto. Troviamo l’ospedale più “bello”, hanno fatto dei lavori, ha l’aria più accogliente! Una mamma è seduta accanto al letto del suo bambino. Una giovane donna con un bel pancione attende con un sacchettino di nailon in mano : ha l’aria sofferente, forse deve partorire! Anche se non assomiglia per niente ai nostri ospedali, ai miei ragazzi è proprio piaciuto. Al Cap vogliamo vedere anche l’orfanotrofio che ora è senza bambine, poiché sono in vacanza, c’è chi ha la nonna chi una zia o un vicino, dove passerà il mese di vacanza. Quando tornano, dice Suor Anna, hanno tutte perso peso, poiché non tutti i giorni mangeranno! Anche qui, come un tam-tam vengono chiamate le bambine che vivono durante l’anno, arriva un piccolo gruppo e subito preparano una piccola danza di ringraziamento per noi, e in dono ci offrono dell’artigianato haitiano! Sono splendide, …Suor Bertilla comincia a raccontarci la storia di ognuna, ……quanti stenti, quante miserie….possiamo fare qualcosa? Suor Anna mi dice: ” Non possiamo fare tutto Mary” …no non tutto, ma un aiuto con un’adozione a distanza …SI… allora facciamo le foto e prometto che le aiuteremo! Ma qui ci sono anche le ragazzine che ne godono di questo aiuto: come Geralda, felice di salutare i suoi padrini Tiziano e Marina con le loro bimbe, c’è Emma-Fleour aiutata dalla scuola elementare Aldo Moro di Ponte di Piave, sorridente e felice c’è Emilia che posa per i suoi padrini Giuseppe e Signora, c’è Yrene aiutata da Marina di Udine, poi Winchel sostenuta da Maria Luisa, c è Linda aiutata da Rita di Resiutta, Alessandre, amata e sostenuta da Paola e i suoi ragazzi di Firenze, Martine, sostenuta da un gruppo di Plaino. C’è la cara Magdalà che Licia e Graziano sostengono da quando era piccina….è ancora qui, ed è una bella signorina. La sua mamma l’ha rifiutata fin dalla nascita.. ..così non ha nessuno, ha solo il dolore di vedere la sua mamma e sapere che non la vuole! Penso…forse è stata una violenza! ….e rimane con le suore anche nel periodo di vacanza insieme a Daniela e Tatiana si rendono utili, danno una mano!

Ma per Daniela e Tatiana provvederemo al più presto, non avremo difficoltà a trovare qualcuno disposto ad aiutarle! Persone generose, Pane Condiviso ne conosce tante!! e faremo un tam-tam anche noi per arrivare ad aiutare pure loro. Il mattino dopo i ragazzi con Don Gino e Sante vanno alla Cittadelle. Suor Anna, Suor Bertilla ed io lavoriamo! Scegliamo il posto più fresco: il tetto dell’orfanotrofio! Lì c’è una bella arietta che ti da un po’ di refrigerio nel gran caldo! Ora le Suore abitano qui con le bambine e ragazze dell’orfanotrofio, questo si è reso necessario dopo tafferugli e violenze nel Paese, così la scelta di vivere nello stesso stabile, ed ora stanno costruendo un piano nella terza casa. Ci sarà un modo diverso anche nella gestione, mentre prima i gruppi erano tre di 15 ragazzine fra grandi e piccole che vivevano nelle tre costruzioni, ora saranno tutte assieme e una casa sarà dormitorio per tutte, una refettorio, e una sala studio per tutte. Così facendo, gli spazi sono sfruttati al meglio e le Suore saranno loro vicino. Quassù su questo tetto ho ascoltato tutte le storie dei “nostri” bambini, incredibile come Suor Anna e Suor Bertilla sappiano tutto di tutti, era meraviglioso sentirle… sapevano mille dettagli e particolari, vicissitudini, disgrazie e successi di tutti! Ho pianto e ho sorriso di tanti racconti, mentre lassù il vento leggero sollevava il velo delle nostre amate Suore e i fogli della mia agenda! Ci siamo anche concessa una pausa per un bel bicchiere d’acqua fresca, con tanto ghiaccio, che qui si compra a sacchi!! Anche per questo progetto dell’orfanotrofio dovremo raccogliere ancora offerte! Piano piano ce la faremo. Dal tetto vediamo un ragazzo arrampicato su una pianta di cocco! Suor Anna mi racconta che quelle piante di cocco le ha messe lei quando è arrivata nel 1955, ed ora le piante sono veramente belle e grandi e danno i loro frutti, il ragazzo, lassù arrampicato, tagliava i rami secchi e i cocchi maturi e con un sorriso ha posato per una foto. Da quassù vediamo anche una …vecchia e mal ridotta capanna …anche qui una storia triste di miseria, la situazione è proprio drammatica, perché la capanna si trova come in una conca, e quando c’è il periodo delle piogge vengono sommerse dall’acqua e fango! Bisogna fare qualche cosa!! Andremo poi a trovare la famiglia. Qui al Cap parecchi sostenitori hanno aiutato alcune famiglie nella costruzione delle casette, ora vogliamo vedere almeno quelle più vicine. “Eccoci siamo dai nostri amici”…. dice Suor Anna qui possiamo fare alcune foto e riprese mentre il papà mostra con orgoglio la loro casetta, la mamma colta di sorpresa cerca di rendere più presentabili alcuni dei suoi figli!! Che tenerezza, vederla velocemente lavarli con una spugna e infilare loro un vestitino pulito, mentre gli altri, mezzi nudi e sporchi di terra aspettavano il loro turno… quanti sono? Non si riescono a contare, ne sbuca sempre uno da qualche angolo, mentre Suor Anna mi dice che qui sono solo i piccoli, perché i ragazzi più grandi sono fuori. Suor Anna ci racconta che il papà è ora in difficoltà per aver avuto un incidente nel quale ha subito la frattura del braccio destro, dopo un periodo di gesso, scoprono che il braccio è storto …lo rompono di nuovo e lo ingessano di nuovo… ma inutilmente, dopo mesi questo papà si ritrova con un braccio storto e dolorante che le impedisce anche di lavorare come vorrebbe! Avevano un aiuto con un’adozione a distanza, ma è stato lasciato ( come delle volte capita) e la famiglia è numerosa e …bisognosa; decidiamo di fare una foto a questi bimbi e di trovare per loro dei nuovi padrini! E’ bello qui al Cap, c’è più verde, si vede qualche fontana dove i bambini fanno la coda per raccogliere l’acqua, che portano con molta destrezza sul capo… come faranno ad avere tutto questo equilibrio è un mistero! Hanno delle braccine e gambe sottilissime, con questi ventri gonfi…il sorriso largo su quei faccini sporchi, occhi sgranati … e ancora mi commuovo! Le strade sono sempre tutte una buca e per schivarle il nostro caro autista Daniel, già da alcuni anni con Suor Anna, prosegue zigzagando, abbiamo un pic-up, i nostri ragazzi sono tutti dietro, all’aperto, si prendono il sole la polvere, gli odori del posto e … i saluti della gente!

Noi siamo felici al fresco, l’unico posto fresco… l’auto con l’aria condizionata! Andiamo anche a vedere le tre casette costruite per i tre fratelli! E’ molto bella questa storia, in un paese di tante brutture, dove i maschi non fanno mai una bella figura, e dove le donne si ritrovano sole con una marea di bambini non sempre riconosciuti.. Questi fratelli invece sono molto uniti: due sorelle e un fratello, hanno sempre vissuto insieme e vicini. Fra tutti hanno circa 20 figli. Quando Bianca la madrina di Fredeline decide di fare una casetta per la sua bambina Suor Anna ci dirà che è impossibile… le famiglie non si divideranno, un fratello non lascerà gli altri nemmeno per una casetta nuova!! E così Bianca raddoppia i suoi sforzi, chiede aiuto ad amici e parenti, ogni festa è occasione per rinunciare ai regali: Natale, 1°Comunione, Cresima, e raccogliere i soldi per due casette! Per la terza…ecco che la signora Paola, desidera fare una casetta in memoria del figlio! Così siamo venuti in visita da questa grande famiglia felice con le loro nuove e belle casette. Manca ancora qualche cosa… ma qui non c’è fretta! C’è invece tanto amore e disponibilità, poiché questa numerosa famiglia ha aperto le braccia anche ad un amico che ha perso la moglie e si ritrova giovane e solo con due figli piccoli!! Come faranno? Facciamo una foto a questo bambino e troveremo un aiuto anche per lui! Anche Pane Condiviso ha persone che sanno aprire il cuore e le braccia a tante situazioni! Ci accolgono sorridenti e posano per noi, quanti bambini di ogni età, sono tutti con il ventre gonfio! Suor Anna sospira, dice che bisognerà dare a tutti un vermifugo!! Un bimbo piange, uno viene allattato, e uno gioca con ciò che resta di una bicicletta, ma lui ride e si diverte! Ultimo giorno al Cap. Suor Anna ci porta anche dove un tempo c’era la piantagione del caffè, ci racconta di com’è bello quando tutte le piante sono in fiore e ricordano la neve, di come i chicchi vengono raccolti uno ad uno, e le donne vengono pagate con un soldo per ogni “marmitta “ raccolta. (La marmitta è un barattolo vuoto che serve da misura) . ”Qui è molto bello, in mezzo al verde e a questo silenzio”, dice Suor Anna, ”venivo spesso per parlare con il Signore!” Ha ragione… qui ti senti più vicina a Lui! Rientriamo, arriva la nostra cara Marta; è stata la mamma di tutti i nostri figli, allevati e curati con amore in attesa che le pratiche fossero terminate. Facciamo una foto, qui nello stesso punto di quel lontano giorno 15 settembre 1990 ! Nemmeno lei riesce a credere che questi ragazzi ormai grandi, li ha tenuti fra le braccia! Fuori la casa delle suore c’è un portico e delle sedie, passiamo il dopo cena lì a chiacchierare, ancora storie, ancora fatti. I ragazzi ci fanno sorridere con delle barzellette. Ultima notte al Cap! I ragazzi dormono tutti in una camera dell’orfanotrofio, Sante ed io nella stanzetta che ci vide con i nostri piccoli. Non è cambiato niente. Nemmeno il problema dell’acqua, ci dobbiamo lavare con un piccolo secchiello. Dormiremo sotto le zanzariere; grandi veli rosa. Ma al mattino ci ritroviamo con le zanzare dentro… come avranno fatto non si sa ! Abbiamo anche qui una torcia elettrica per andare fino alla camera, e poi una lampada a petrolio sul comodino. Suor Anna ci consiglia di chiuderci sempre a chiave, così abbiamo in dotazione un lucchetto. Basta che entri un po’ d’aria! Qui sembra un pochino più fresco, la notte più tranquilla, sentiamo solo qualche risata e cicaleccio di ragazzi, ma ci addormentiamo subito. Al mattino presto, quando è ancora buio, la gente è già in movimento… una donna scopa il grande cortile delle Suore, è la mamma di Emilia, una piccola aiutata da Giuseppe che si guadagna un soldino! I galli cantano! Che bello, so che mi mancheranno! Anche la nostra permanenza al Cap è terminata! Un saluto a tutte le bambine, un bacio a Suor Bertilla che parte per gli esercizi spirituali e noi prenderemo un piccolo aereo che ci riporterà a Citè Militaire. Oggi si va a Thorland, dove ha vissuto fino a tre anni Federico, ci incontreremo con Daniela, la nonna, le zie e i cugini. Ci aspettano nella loro casetta, hanno preparato per noi dei doni, e sulla porta un bel “Benvenuti”. Siamo tutti emozionati! Anche noi abbiamo qualche cosa per loro! Ci sediamo tutti fuori. ( dentro non ci stiamo e fa caldo) parliamo su cosa farà Daniela che non vuole andare a scuola! E che lavori possiamo fare ancora nella casetta! La nonna la trovo molto bene, mi abbraccia e bacia con trasporto Federico. Lei è anziana, penso…. forse non si vedranno più! La Zia che si occupava di Federico è molto sciupata, invecchiata! I ragazzi scendono fino al mare, che da qui si vede. Si fa presto buio, dobbiamo salutarci…ci abbracciamo consapevoli che passerà tanto tempo prima di rivederci passeranno anni…! Mentre ritorniamo verso casa, penso che forse loro non hanno niente per cena…mi sento a terra! Il tragitto sarà lungo, con grosse buche e pozze d’acqua, la gente che vediamo fuori le loro capanne ha dei piccoli lumicini accesi….se di giorno mi mette angoscia… ora, mi sento proprio male! Cerco di parlare per rompere la tensione: – “Peccato che non ho visto il mare !”- Don Gino mi dice che è meglio così, era solo un deposito di immondizie! Con Suor Anna decidiamo casa possiamo fare per questa famiglia a noi tanto cara! Guardo Federico, mi sembra contento! Una giornata la dedichiamo al mare! Partiamo al mattino con il pranzo al sacco, andremo in questa spiaggetta a fare il bagno. Un mare stupendo, conchiglie grandi e belle. Subito arrivano delle barche piuttosto primitive, e i pescatori ci porteranno del pesce che tentano di vendere. Suor Anna non si fida, dice che l’occhio del pesce non è bello, non faremo nessun acquisto! Sante ed io facciamo una passeggiata in riva al mare, incontriamo una famiglia di pescatori, che vivono li, vicino al mare… hanno una capanna, un maialino legato ad un albero, il bucato steso sui sassi, anche qui una barchetta sgangherata che servirà per la pesca, alcuni bambini corrono scalzi guardandoci con curiosità, un bambino nudo, con un moncherino al posto di una gamba si trascina con il sedere a terra, ci sorride ed io mi sento morire! Avrà 7 o 8 anni! Che vita avrà questa creatura ? E penso che basterebbe una piccola protesi per farlo camminare !! Perché non conduca una vita strisciando come un verme! Ne parlo con Suor Anna! Sospira, mi guarda con tenerezza, “ Non possiamo fare tutto Mary!” Vengo via con tanta amarezza e so che lo sguardo di questo bambino me lo porterò dentro! Quante sofferenze, quanta povera gente patisce tante ingiustizie e miserie, mi sento impotente davanti a tante necessità! Della situazione del Paese ne parliamo anche con il Console e sua moglie, la Signora Alessandra, un’italiana, sono amici di Suor Anna, se possono l’aiutano e le danno una mano in tante cose! Siamo andati sul posto di lavoro, ci racconta di come è difficile lavorare anche nel settore dei trasporti, hanno parecchi dipendenti, tutti molto bravi, ha creato posti di lavoro per tanta gente. Nel suo ufficio, ci sediamo a parlare… anche lui è molto arrabbiato per questa situazione politica che impedisce ogni via di scampo! Chiediamo cosa possiamo fare noi, che rientriamo in Italia e proviamo angoscia nel lasciare questa situazione! Ci dice: -“A tutti gridatelo, gridate forte, che qui ci stanno uccidendo tutti !!” -. Ancora un’altra notte insonne!! Per fortuna che il nostro Angelo, Suor Anna ci accoglie sempre con un -“Buongiorno! Avete dormito bene?”- Lei non sente i cani, i galli, le zanzare, non sente il caldo, non aspetta che diano un po’ di corrente per prendere il fresco dal ventilatore, lei dorme, si alza alle cinque, prega, si occupa della spesa, si preoccupa della piccola Ninì che dovrà rivedere la sua mamma e teme che soffrirà, pensa alla piccola Rudlin che ieri ha mangiato poco, a Schela che deve prendere lezioni, perché presto partirà per l’Italia e vuole che sia preparata bene per la scuola, telefona arrabbiata perché il passaporto di Farias è fermo da tre mesi non si sa dove! Telefona per la valigia smarrita che ancora non ha trovato la via di casa! Quando arriva Daniel l’autista, le corre incontro con un piatto colmo: la colazione. Mi racconta con tristezza, che un gruppetto di ragazzi sono stati lasciati dagli sponsor perché già grandi. Che futuro avranno questi ragazzi che senza l’aiuto non andranno più a scuola? Decidiamo di farli venire, faremo loro le foto e cercheremo qualcuno che desideri aiutarli! Arrivano: Jsabelle, Wancky, Luckenson, Jean-Claude, Sherly, un po’ seri, impacciati hanno lo sguardo triste, Suor Anna spiega loro che troveremo un Padrino che li aiuterà e potranno continuare gli studi, sul loro viso ritorna il sorriso e speriamo che il futuro gli riservi anche tanta gioia! Oggi conosceremo Padre Stra, un Salesiano di Cuneo. I suoi racconti sembrano irreali! Era Missionario in Vietnam, causa problemi nel Paese viene mandato ad Haiti. Non era suo desiderio rimanere a lungo, ma si è trovato davanti ad una realtà a cui non ha potuto sottrarsi: “Mi sono chiesto cosa farebbe Don Bosco con tutti questi giovani sbandati, delinquenti, senza famiglia, drogati, ammalati, ragazze madri” ha aperto una casa per accoglierli la notte. Arrivano al buio con il loro cartone o fagotto per dormire sotto il suo tetto! Poi al mattino ripartono per le strade ed ai loro traffici sempre poco puliti . Don Bosco non li lascerebbe per le strade. Apre una mensa per loro. Ore 13,00 tutti arrivano a mangiare e poi ripartono. Padre Stra è lì con loro, una parola, o un aiuto è presente. Alcuni di questi ragazzi scoprono in queste ore qualcosa che non hanno forse mai conosciuto, calore, affetto, accoglienza, o semplicemente interesse sincero per loro…. Allora decidono di fermarsi, cominciano ad andare a scuola, imparare un mestiere… da falegname, fabbro, sarto… si siedono in cerchio a parlare dei loro problemi…come una famiglia! Ogni anno in luglio c’è l’ingresso ufficiale di questi ragazzi alla “KAI di Don Bosco” “Casa di Don Bosco”. Chi decide di farne parte firmerà un contratto con quattro regole fondamentali fra le quali l’onestà, e il rispetto. Padre Stra dice che Dio ha fatto dieci comandamenti, ma per questi ragazzi sono troppi.”. In quel giorno, ci racconta Padre Stra, “si fa una cerimonia: si accende un piccolo fuoco, che rappresenta le difficoltà della vita, i ragazzi dovranno attraversarlo, e dall’altra parte li aspettano una coppia; gli educatori dei ragazzi; la donna sarà la loro mamma e offrirà loro una camicia nuova, simbolo di una vita nuova, l’uomo che sarà il loro padre, darà loro un paio di scarpe nuove, simbolo di un nuovo cammino, e un caldo abbraccio segno del loro amore!” Noi siamo andati a trovare questi ragazzi, una settantina, che il giorno prima erano entrati a far parte di questa famiglia. Bellissimo vedere la loro serenità, i loro sorrisi, i lavori realizzati che poi vendono. Hanno cantato per noi! E abbiamo visto i ragazzi che ancora vivono per le strade, da delinquenti, e vanno solo a mangiare…abbiamo avuto paura, tutti insieme questi ragazzi sbandati, dallo sguardo e dai modi prepotenti, giovani ragazze con bambini piccoli…che tristezza. Padre Stra corre parecchi rischi, sono ragazzi dal coltello facile, e lui lo sa, ma non vuole far intervenire la polizia, vuole conquistarsi la loro fiducia, vuole toglierli dalla strada e farli entrare alla Kai. Non ci riesce con tutti, ma con tutti cerca di creare un buon rapporto, li aiuta, li sostiene moralmente, e li cura quando sono malati, ascolta le loro storie. Compleanno di Suor Anna; tocca a noi farle la sorpresa della torta…ma senza le candeline! Non si risparmia nessuno, compie gli anni anche Don Gino! Ogni scusa è buona per fare la torta, festeggiamo anche S. Anna! Qui i compleanni non sono con pacchetti e pacchettini, ma con una preghiera speciale! Oggi è arrivata la nostra valigia! Andremo a prenderla, e andremo anche a piedi per le strade in mezzo alle bancarelle a cercare una maglietta, un capellino haitiano per ricordo ai ragazzi. Suor Anna si muove con destrezza in mezzo a tutti, e tutti hanno per lei un sorriso, tutti vorrebbero venderci qualcosa!